E’ alle prese con la realizzazione di Vindimia, una nuova collezione in pelle stile urban/grunge. Egy Cutolo, giovane artista-designer originaria di Sarno (Sa), traduce la forma e la materia in una raffinata reinterpretazione dell’informale, che si ripropone con nuove forme sartoriali e destrutturate, che si presenta in mille varianti diverse e si declina in raffinate fantasie. Da sempre Egy Cutolo nelle sue collezioni ha utilizzato la pelle. Oggi si trova ad affrontare questa nuova sfida per un brand che mette il prodotto ‘pelle’ davanti a tutto. Approfittiamo del (pochissimo) tempo libero di Egy per conoscere meglio la ‘creatrice’ e la sua nuova creatura.
Ci racconti un po’ di Lei e di come ha cominciato nel mondo della moda.
Dopo la maturità classica mi sono trovata davanti ad un bivio, con una famiglia devota alla cultura letteraria e io invece che in testa avevo solo il fervore di poter intraprendere un cammino nel fashion system, disegnare, creare, fuggire un po’ dal paesello nativo (“troppo” ghetto per artisti e creativi). Sono arrivata al prestigioso Istituto Marangoni di Milano dove per fortuna i miei genitori, dopo aver capito ed accettato la mia strada, mi hanno permesso di poter studiare e conseguire così la laurea post diploma, fare quello che ho avuto sempre nel sangue. Il richiamo della moda mi ha fatto comprendere meglio la devozione verso l’arte in generale, la musica, la pittura, il cinema. Era inevitabile non perseguire quello che docenti tanto preparati mi stavano insegnando. E’ grazie alla Marangoni che ho appreso in pieno il mio talento per questo mondo-lavoro!
Che tipo di donna veste Egy Cutolo?
E’ una donna che osserva in primis la realtà che la circonda, estrapolando così una visione un po’ stravagante dell’enfatizzare la figura femminile quasi fino a renderla caricatura di se stessa. Attinge da realtà e mondi in contrapposizione, sciogliendo la delicatezza con
l’aggressività tipica dei mondi dark e gotici degli anni ’80 o cadendo nel romantico o nel barocco. Muse ispiratrici sono le persone di strada, cantanti sciatte, artisti. Mi piace il colore nero o comunque i toni scuri che uso come base in quasi tutte le mie creazioni, rivisitandole però e dando loro anche un certo sapore romantico. Prendo a modello le circensi, le viziate o meglio le donne che – magari vedendole per strada – ti scappa anche il sorriso e il pensiero di dire “ma come si è vestita quella?”. Cerco di coniugare tessuti rivisitati e a volte riciclati in contrapposizione con dettagli e texture morbide e delicate.
Ci racconti cosa succede dietro le quinte di uno shooting fotografico e cosa significa per Lei prepararne uno.
E’ bellissimo. Da quando ho deciso di mettermi in in proprio (o meglio, cerco di farlo), la mia mente si è ancora più illuminata (spesso si è solo schiavi o automi alle dipendenze in altri uffici). I backstage, gli shooting, la scelta di modelle, di concept, di collaboratori quali fotografi, stylist, è un mondo a me non noto che ho imparato a conoscere da sola e per me stessa. Adoro fare i servizi fotografici e mi cimento anche io a volte come modella. E’ una gioia immensa vedere i tuoi capi, il tuo operato racchiuso in una foto o in un video. E’ davvero bellissimo anche se dietro ogni shooting, come in ogni collezione, c’è un lavoro immenso.
Quali sono i concept e i mood dietro la sua ultima collezione, Vindimia?
Vindimia è urban style. Non ho voluto abbandonare il concetto di appartenenza. Insieme a Domenico Cosimato abbiamo cercato di dare un’impronta ancora più urban, underground, street-london ma nello stesso tempo ho cercato di rendere la collezione raffinata o come se uscisse da un campionario di una grande “griffe”, assemblando tessuti molto curati a pellami di una qualità eccelsa.
Quali sono le sue ispirazioni principali quando crea una collezione?
Sicuramente quella di piacere al cliente. Ma le mie creazioni devono soddisfare universalmente. E’ una scelta dettata dall’intelletto ma anche dal cuore, come in amore dove a volte la ragione e il sentimento non vanno di pari passo. L’importante per me è proporre un prodotto professionale, vendibile (in questo caso) e soprattutto che sia di gradimento per diversi target.
Come nasce una sua creazione?
Dipende. Si detta e stipula un tema, un mood board. Si fa ricerca di tendenze di tessuti, poi si realizzano i primi schizzi i primi dettagli; si imbastiscono grafiche, lavorazioni e la collezione così via prende forma. La massa purtroppo pensa che il lavoro di una designer o meglio di una stilista sia quello di fare 2 disegnini su un foglio. Per arrivare ad un risultato ottimo io credo ci voglia tanto studio, immenso lavoro, passione. E’ un lavoro immenso che personalmente mi appaga completamente l’anima.
Quale parte del suo lavoro preferisce?
Il mio cervello è in funzione H24. Anche mentre dormo, a volte, da un sogno fatto ci imbastisco un qualcosa che poi piacerà al pubblico. Mi piace il disegno, mi piace sdifettare i primi prototipi campioni, scegliere materiali, colori, forme, volumi e soprattutto fare le sfilate. Lì è pura magia!
Qual è il sogno più grande riguardo al suo lavoro?
Il mio motto è non mollare mai. Questo è un universo pieno di ostacoli. Se sei un debole di animo ti arrendi subito. Non lo faccio per lucro ma perchè spinta dalla passione, dall’amore che ho per la moda e per l’arte del creare e crescere… o meglio, far crescere il mio nome nel fashion system. Insomma, vivere del mio lavoro e raggiungere grandi traguardi.
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Ecco un piccolo preview, solo bozze (per ora) :